Ilaria Bombaci
Corso di laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
La relazione tra sonno e sviluppo cognitivo a 4 e 8 mesi di vita
Questo studio si è posto l’obiettivo di indagare la relazione tra qualità del sonno e sviluppo cognitivo e linguistico nel primo anno di vita. Ho preso in esame un campione non clinico di 156 bambini di 4 e 8 mesi di età, reclutati su tutto il territorio nazionale, utilizzando questionari compilati dalle madri. A 4 mesi una minore durata del sonno notturno e diurno si associa a punteggi più elevati nella scala motoria e quest’ultima, a sua volta, alla frequenza dell’attività fisica. È inoltre emersa una relazione positiva tra il punteggio della scala comunicativa e l’occorrenza di co-sleeping. A 8 mesi una maggiore durata del sonno diurno è risultata positivamente associata a punteggi più elevati nell’area delle competenze cognitive e il co-sleeping è risultato associato alle abilità comunicative. Infine, una maggiore durata del sonno diurno a 4 mesi è risultata positivamente associata al punteggio della scala cognitiva e di sviluppo generale a 8 mesi, il co-sleeping a 4 mesi è risultato associato al punteggio di comprensione di parole a 8 mesi, la produzione di azione e gesti a 8 mesi è risultata associata positivamente alla durata dei risvegli notturni e negativamente alla durata del sonno diurno a 4 mesi.
Maria Antonia Carrillo
Corso di Laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Allattamento materno e sviluppo psicomotorio nei primi quattro mesi di vita
Questo studio si è posto l'obiettivo di valutare l'effetto dell'allattamento materno sullo sviluppo psicomotorio in un campione di 92 bambini italiani di quattro mesi d'età, ipotizzando una migliore prestazione nei bambini allattati esclusivamente al seno rispetto ai bambini che hanno ricevuto un allattamento misto o esclusivamente in formula. Tuttavia, i risultati non hanno evidenziato differenze significative nello sviluppo psicomotorio a quattro mesi di età a seconda della tipologia di allattamento, in accordo con alcune delle evidenze riportate in letteratura.
Guido Maria Caruso
Tesi di Laurea in Psicologia Clinica
Responsività materna e alimentazione complementare nel secondo anno di vita
Obiettivo dello studio era quello di indagare il costrutto della responsività materna in relazione all’alimentazione complementare nel secondo anno di vita e di comparare longitudinalmente la responsività materna a 24 mesi con lo stesso costrutto valutato in precedenza, quando i bambini avevano 8, 12 e 18 mesi, tenendo in considerazione anche variabili socio-demografiche, durata in mesi dell’allattamento materno esclusivo, modalità di alimentazione complementare a 8 mesi, età di inizio dell’alimentazione complementare e proporzione di alimentazione autonoma a ciascuna età. A 24 mesi è stata osservata una correlazione positiva tra responsività materna ai segnali di fame e di sazietà, anche se le madri sono risultate più responsive ai segnali di fame che a quelli di sazietà. Inoltre, è emerso che ad una minore durata dell’allattamento esclusivo corrisponde una maggiore responsività materna ai segnali di fame del bambino. È stato inoltre riscontrato che la responsività materna differisce in relazione all’età del bambino: per quanto riguarda la responsività ai segnali di fame, le madri sono meno responsive ad 8 mesi rispetto alle altre fasce di età prese in esame; per quanto riguarda la responsività ai segnali di sazietà, le madri sono più responsive a 12, 18 e 24 mesi rispetto agli 8 mesi, a 18 e 24 mesi rispetto a 12, ma si osserva un decremento della responsività a 24 mesi rispetto ai 18 mesi. Inoltre, le madri delle bambine sono più responsive ai segnali di fame rispetto alle madri di bambini e si osserva una relazione positiva tra responsività materna ai segnali di sazietà e proporzione di alimentazione autonoma.
Mariarosaria Ciolli
Corso di laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Relazione tra sviluppo comunicativo e linguistico, linguaggio rivolto al bambino e pratiche di alimentazione a 12 mesi.
Il mio lavoro di tesi si è posto l’obiettivo di indagare la relazione tra il linguaggio rivolto al bambino durante il pasto, la modalità di introduzione degli alimenti complementari e la comunicazione gestuale e linguistica del bambino a 12 mesi di età. Hanno partecipato allo studio 58 bambini a sviluppo tipico, per ciascuno dei quali ho codificato il linguaggio rivolto al bambino da parte delle persone presenti e la produzione gestuale e vocale del bambino durante un pasto videoregistrato. Le madri hanno inoltre compilato alcuni questionari self-report, tra cui la forma breve del Primo Vocabolario del Bambino (PVB), quando i bambini avevano 12, 18 e 24 mesi. È emersa un’associazione positiva tra la frequenza di enunciati materni rivolti al bambino e la frequenza del gesto di indicare, dei gesti deittici totali, dei gesti referenziali, dei gesti totali, delle proto-parole, delle parole e delle vocalizzazioni totali prodotte dal bambino a 12 mesi. Nella stessa direzione va la relazione positiva con il punteggio del vocabolario espressivo riportato dalle madri tramite il PVB a 12 mesi. È inoltre emersa un’associazione positiva tra la frequenza di self-feeding, la frequenza di gesti deittici a 12 mesi e la produzione di frasi riportata tramite il PVB a 24 mesi. Questi risultati mettono in luce che il linguaggio che si rivolge al bambino durante un pasto tipico è in stretta relazione con la sua comunicazione linguistica e gestuale. Inoltre, i bambini che mangiano più spesso da soli tendono ad essere più avanzati nello sviluppo comunicativo-linguistico.
Michela De Cicco
Tesi di laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico e Tirocinio in Psicologia
Le abilità oromotorie in base alle diverse modalità di svezzamento in un gruppo di bambini di 8 mesi
Il mio lavoro si è concentrato sulla relazione tra alimentazione complementare e funzionalità oro motoria in bambini di 8 mesi. L'obbiettivo specifico della ricerca è stato valutare se esiste una relazione tra la capacità di gestire le varie consistenze di cibo a 8 mesi, le principali tappe di sviluppo raggiunte dal bambino e alcune variabili inerenti la modalità di svezzamento.
Dai risultati è emerso che i bambini di 8 mesi dimostrano una migliore funzionalità oro-motoria per cibi semi solidi piuttosto che per puree o cibi solidi a prescindere dal tipo di alimentazione complementare adottata.
Durante il mio tirocinio post-lauream ho proseguito l’analisi della relazione tra alimentazione complementare e funzionalità oro-motoria in bambini di 12 mesi.
Denise Del Grosso
Tesi di laurea in Psicologia dello sviluppo tipico e atipico
Relazione tra modalità di alimentazione complementare e responsività materna in bambini di 12 mesi
Nel mio progetto di tesi ho preso in esame la relazione tra responsività materna e modalità di svezzamento utilizzata (alimentazione complementare a richiesta, tradizionale o mista) in bambini di 12 mesi. La maggioranza delle madri sono risultate responsive o altamente responsive ai segnali di fame del proprio bambino, mentre si sono mostrate generalmente poco responsive ai segnali di sazietà. La responsività al senso di sazietà risulta essere maggiore per i bambini esposti ad alimentazione complementare a richiesta, sebbene si tratti di una tendenza non significativa, e correla positivamente con la dimensione temperamentale “Surgency/estroversione”, ipotizzando che una maggiore estroversione del bambino nell’espressione dei propri bisogni possa aiutare la madre a comprendere meglio i suoi segnali. I risultati ottenuti suggeriscono che gli approcci alternativi allo svezzamento tradizionale (come l’alimentazione complementare a richiesta) favoriscono una maggiore responsività materna e, promuovendo la capacità di autoregolazione del bambino, svolgono un ruolo protettivo contro l’obesità infantile.
Alice Di Prete
Tesi di Laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Alimentazione complementare e responsività materna in bambini di otto mesi
Questo studio si pone l’obiettivo di indagare la relazione tra responsività materna, modalità di alimentazione complementare (tradizionale o a richiesta) e tipo di cibo consumato (puree o finger food), controllando variabili quali il temperamento del bambino, la salute mentale materna e le opinioni delle madri sull’esperienza dello svezzamento. Si ipotizza una maggiore responsività materna in bambini esposti ad alimentazione complementare a richiesta piuttosto che ad alimentazione complementare tradizionale. È emerso che le madri sono più responsive ai segnali di fame del bambino piuttosto che a quelli di sazietà; inoltre la responsività materna alla sazietà è risultata più elevata nei bambini che mangiano più frequentemente da soli, il che suggerisce un possibile ruolo protettivo di una precoce autonomia del bambino nei confronti del rischio di sovralimentazione e obesità infantile.
Sara Fraboni
Tesi di Laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Alimentazione complementare e pratiche alimentari genitoriali in bambini di 8 e 12 mesi
Lo scopo del mio lavoro di tesi è stato indagare come diverse tipologie di svezzamento influenzino il comportamento dei genitori nei confronti del proprio bambino durante il pasto, in particolar modo per quanto riguarda l’impiego di pratiche controllanti, come ad esempio gli incoraggiamenti e la pressione a mangiare. Lo studio è stato effettuato grazie all’utilizzo di questionari self-report e alla codifica di videoregistrazioni dei pasti. In particolare, ho confrontato lo stesso campione a 8 e 12 mesi, osservando che entrambi i genitori utilizzano meno frequentemente pratiche controllanti man mano che il bambino cresce e acquisisce competenze. Inoltre, indipendentemente dall'età, le madri che praticano autosvezzamento adottano meno frequentemente pratiche di controllo rispetto alle madri che praticano svezzamento tradizionale e i padri incoraggiano più spesso a mangiare i bambini più autonomi durante il pasto, al contrario delle madri. Inoltre, entrambi i genitori utilizzano distrazioni durante il pasto più frequentemente con i bambini che hanno fratelli e sorelle e che sono esposti a tramite svezzamento tradizionale.
Martina Festa
Tesi di Laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Alimentazione complementare e pressione genitoriale in bambini di 18 mesi
Obiettivo del mio lavoro di tesi è stato indagare l’impiego di pratiche controllanti da parte dei genitori durante il pasto in bambini di 18 mesi in relazione alla modalità di svezzamento utilizzata ad 8 mesi e ad altri fattori (quali ad esempio parità, sesso, frequenza del nido, impiego materno), utilizzando sia strumenti self-report sia osservazioni comportamentali di pasti videoregistrati. È emerso che i pasti sono risultati generalmente più “facili” per le bambine rispetto ai bambini e, indipendentemente dal sesso, per i bambini svezzati in maniera tradizionale piuttosto che autosvezzati. È stata riscontrata una maggior frequenza di commenti neutri materni durante il pasto nelle madri che lavoravano più ore fuori casa e i cui bambini erano ancora allattati, frequentavano il nido ed erano stati esposti a svezzamento tradizionale piuttosto che ad autosvezzamento. È stata riscontrata una maggior frequenza di commenti neutri paterni durante il pasto nei padri di figli unici. Inoltre, le madri hanno prodotto più commenti positivi con bambini meno autonomi nel mangiare e i padri con figli unici, bambini ancora allattati, bambini svezzati con svezzamento misto o autosvezzamento piuttosto che con svezzamento tradizionale e le cui madri lavoravano più ore fuori casa. Le madri hanno prodotto più commenti negativi con bambini esposti a svezzamento tradizionale piuttosto che ad autosvezzamento o svezzamento misto e con bambini che non frequentavano il nido. I padri hanno prodotto più incoraggiamenti verbali con bambini ancora allattati e le madri più incoraggiamenti fisici con bambini ancora allattati ed esposti ad autosvezzamento piuttosto che a svezzamento misto o tradizionale.
Elisa Iaboni
Tesi di Laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Input lessicale materno e sviluppo comunicativo in bambini di 12 mesi
Il progetto di ricerca a cui sto collaborando prevede l’analisi della relazione tra input lessicale materno ed acquisizione del vocabolario in bambini di 12 mesi. I quadri comunicativi madre-bambino e gli atti comunicativi del bambino verranno codificati con l’ausilio del software “ELAN”. Attraverso questa metodologia saremo in grado di considerare la proporzione del discorso diretto al bambino (ovvero il numero di parole prodotte dagli adulti rispetto alla durata della registrazione), i diversi tipi di parole pronunciate, il rapporto tra tipi di parole e loro numero (che indica la varietà di parole diverse contenute in un testo) e la lunghezza media dell'enunciato nel discorso diretto al bambino.
Maria Alejandra Jimenez Sanchez
Tesi di Laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Alimentazione complementare e pressione genitoriale in bambini di 12 mesi
Nel mio progetto di tesi ho preso in esame la relazione tra pressioni genitoriali durante i pasti e modalità di svezzamento utilizzata (alimentazione complementare a richiesta, tradizionale o mista) in bambini di 12 mesi.
È emerso che le madri producono un maggior numero di commenti positivi, commenti neutri, commenti negativi, incoraggiamenti verbali e incoraggiamenti fisici al momento del pasto rispetto ai padri. I padri dei bambini più autonomi durante il pasto producono commenti positivi con maggior frequenza, mentre le madri dei bambini più autonomi durante il pasto utilizzano gli incoraggiamenti verbali con minor frequenza. Inoltre, i genitori dei bambini esposti ad autosvezzamento producono commenti positivi con minor frequenza rispetto ai genitori dei bambini esposti a svezzamento tradizionale e a svezzamento misto e i genitori dei bambini esposti ad autosvezzamento e svezzamento misto fanno meno utilizzo della pressione a mangiare.
Era Marras
Tesi di Laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Alimentazione complementare e pressione genitoriale in bambini di 8 mesi
Questo studio ha l’obiettivo di indagare la relazione tra metodo di svezzamento (alimentazione complementare a richiesta o svezzamento tradizionale) e stile materno durante i pasti, controllando per una serie di caratteristiche dei bambini (livello di sviluppo generale, sviluppo socio-emozionale, sviluppo comunicativo) e delle madri (stress genitoriale, umore percepito, opinioni sulla loro esperienza con l’alimentazione complementare). Hanno partecipato allo studio 60 diadi madri-bambino di 8 mesi, che sono state osservate durante un pasto tipico. È emersa una maggiore difficoltà nel nutrire il bambino e quindi un maggior numero di incoraggiamenti verbali e fisici e di pressioni verbali e fisiche a mangiare da parte delle madri che hanno riportato maggiori livelli di ansia e stress e percepito il proprio bambino come poco interessato al pasto o con un temperamento difficile. Le madri hanno prodotto più frequentemente commenti positivi sul cibo in bambini esposti precocemente all’alimentazione complementare e commenti neutri in bambini per cui è stata riportata una migliore comprensione linguistica. La ricerca attualmente in corso sta valutando se e come lo stile materno durante i pasti cambi nel corso dello sviluppo dei bambini che hanno partecipato allo studio e se vi siano differenze nello stile materno e paterno durante i pasti.
Noemi Palladino
Tesi di Laurea in Pedagogia e Scienze dell'Educazione e della Formazione
Alimentazione autonoma, linguaggio rivolto al bambino e sviluppo comunicativo e linguistico a 12 mesi
Durante il mio lavoro di tesi mi sono occupata della codifica dei video dei pasti di 60 bambini di 12 mesi, registrando la loro produzione linguistica e gestuale e il linguaggio rivolto al bambino da parte delle madri e di altri adulti presenti. Ho quindi condotto una serie di analisi con l’obiettivo di indagare se il linguaggio rivolto al bambino e le pratiche di alimentazione complementare influenzassero lo sviluppo gestuale e verbale a 12 mesi.
Sara Picuno
Tesi di Laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Relazione tra modalità di alimentazione complementare e responsività materna in bambini di 18 mesi
L’obiettivo del mio lavoro di tesi è stato quello di indagare, in un campione di 175 bambini di 18 mesi, la relazione tra responsività materna e modalità di alimentazione complementare. Rispetto ad età precedenti, è emersa una maggiore responsività materna sia alla fame sia alla sazietà, probabilmente poiché a 18 mesi i bambini riescono a farsi comprendere meglio dalle mamme e queste, a loro volta, hanno imparato a riconoscere le esigenze del proprio bambino e a sapervi rispondere nel modo più adeguato. È emersa una maggiore responsività alla fame nelle mamme che hanno allattato meno al seno, forse perché più preoccupate che il bambino non mangi abbastanza, e le mamme più responsive sono risultate meno stressate e con un maggior senso di autoefficacia.
Giorgia Sacco
Tesi di laurea in Psicologia dello Sviluppo Tipico e Atipico
Esposizione ai media nella prima infanzia: ruolo del temperamento e dello sviluppo socio-emotivo
Questo studio si è posto due obiettivi principali: documentare quanto precocemente bambini italiani con sviluppo tipico sotto l’anno di vita siano esposti ai media e valutare quanto la precoce esposizione ai media possa essere influenzata dalle caratteristiche temperamentali e dallo sviluppo socio-emozionale dei lattanti.
E’ stato ipotizzato che le madri ricorrano ad un maggior utilizzo dei dispositivi digitali con bambini più attivi e/o inclini al pianto, come strategia di distrazione in situazioni di stress o sconforto, e che la maggiore esposizione ai media sia influenzata dal contesto familiare di fruizione del dispositivo, in particolare dall’uso che ne fanno le madri, soprattutto in momenti di condivisione con i propri figli (ad esempio, durante i pasti o nei momenti di gioco).
Lo studio ha coinvolto un campione di 173 madri di lattanti dai 4 agli 8 mesi. Le madri hanno compilato una serie di questionari self-report.
È emersa un’associazione tra aspetti temperamentali ed esposizione ai media già a 4 mesi d’età, confermando le ipotesi iniziali circa la tendenza dei genitori a ricorrere ai media come strategia di distrazione dei bambini in situazioni di sconforto; ciò mette in luce l’importanza delle abitudini materne e dei contesti di utilizzo dei dispositivi elettronici.