10 maggio 2021
Dopo aver scoperto che i neonati riconoscono l’odore del latte materno, prediligono ascoltare la voce della madre rispetto a quella di un’altra donna e guardare il suo viso già a poche settimane di vita, è stato recentemente osservato che i neonati riconoscono la carezza della madre.
Il contatto pelle a pelle e la velocità e la pressione con cui si sfiora un altro corpo rappresentano un modo per comunicare con il neonato sin dalla nascita. Accarezzandolo, il neonato si calma e comincia ad autoregolare le proprie emozioni, prendendo coscienza del proprio confine corporeo e di quello altrui, ed è più recettivo e capace di esplorare l’ambiente circostante. Il tocco è bidirezionale e reciproco, cioè il neonato sente la madre che lo sfiora ed è a sua volta sentito da lei. Sono stati inoltre scoperti una serie di neuroni che si attivano solamente al tocco affettivo, definito come il tocco caldo e lento che ha una madre quando sfiora il neonato.
Ma non solo: uno studio dell’Università di Padova (Della Longa, Gliga e Farroni, 2019) ha recentemente dimostrato che il tocco affettivo aiuta i neonati a sintonizzarsi sui segnali sociali e a processare meglio questi segnali, come ad esempio le informazioni relative al viso di una persona. E’stato mostrato a due gruppi di neonati di quattro mesi un volto nuovo. Il primo gruppo veniva accarezzato dalle proprie madri mentre osservava il volto, mentre il secondo no. È emerso che il gruppo di neonati che veniva accarezzato continuava ad osservare lo stimolo più a lungo e successivamente riusciva a discriminarlo rispetto a un altro volto, mentre questo non accadeva per il gruppo di neonati che non erano stati accarezzati dalla madre. Inoltre, se i neonati venivano accarezzati con un pennello invece che dalla mano della madre, l’effetto non si osservava.
Pertanto, il tocco interpersonale diretto è percepito diversamente rispetto ad un contatto simile ma prodotto da un oggetto inanimato e il tocco affettivo materno promuove il coinvolgimento nelle interazioni sociali. Il senso del tatto è dunque uno tra i primi a svilupparsi e, sebbene nel corso della vita rimanga sullo sfondo come modalità di comunicazione rispetto alla vista e all’udito, svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento nei legami affettivi.
Per approfondire:
Della Longa, L., Gliga, T., & Farroni, T. (2019). Tune to touch: Affective touch enhances learning of face identity in 4-month-old infants. Developmental Cognitive Neuroscience, 35, 42-46.
Montirosso, R., & McGlone, F. (2020). The body comes first. Embodied reparation and the cocreation of infant bodily-self. Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 113, 77-87.
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