20 febbraio 2021
Nel corso dei secoli culture diverse hanno sviluppato tecniche diverse per calmare il neonato: abbracciarlo e cullarlo al ritmo di una ninna nanna, cantargli una canzone, parlargli con tono di voce affettuoso, accarezzarlo, massaggiarlo, fasciarlo o dargli il ciuccio. Alcune di queste pratiche sono state sviluppate per far fronte a particolari circostanze e avversità ambientali.
Un esempio interessante è la tecnica di fasciare il neonato, che riduce il movimento e i sobbalzi spontanei e che è stata documentata nei Quechua, una tra le etnie più numerose ed antiche insediatisi sull’altipiano peruviano ad elevate altitudini, oltre i 4000 metri. Questa pratica consiste nell’avvolgere il neonato con diversi strati di cotone e lana, per poi fissarlo con un apposito supporto sulle spalle della madre, coperto fin sopra al viso con un ultimo strato costituito da un tessuto di lana. La tecnica richiede, per essere appresa, molta pratica ed esperienza ed è congeniale al tipo di sistema economico della popolazione andina, basato sull’agricoltura, per cui la madre può lavorare nei campi portando con sé il piccolo sulle spalle e monitorando i suoi stati interni. La fasciatura permette di creare un microambiente che protegge il neonato dallo stress dovuto alle forti escursioni termiche tipiche dell’altopiano andino, stabilizzando temperatura e umidità in modo ottimale ed evitando un eccessivo dispendio di energia. Un altro effetto di questo microambiente è ridurre le stimolazioni tattili, visive e uditive e dunque lo stato di attivazione del neonato, in modo da favorirne il sonno. D’altro canto, nell’ambiente chiuso della fasciatura, vi è un rischio di minor ossigeno e minore stimolazione rispetto a quanto può essere sperimentato da un neonato non fasciato, e questi aspetti potrebbero limitarne lo sviluppo, se protratti a lungo. Si tratta di un interessante esempio di come le caratteristiche ambientali determinino l’adozione di strumenti che permettono di espandere le capacità di regolazione del neonato per migliorarne la capacità di adattamento.
Tronick, E. Z., Thomas, R. B., & Daltabuit, M. (1994). The Quechua manta pouch: a caretaking practice for buffering the Peruvian infant against the multiple stressors of high altitude. Child Development, 65(4), 1005-1013.
Van Sleuwen, B. E., Engelberts, A. C., Boere-Boonekamp, M. M., Kuis, W., Schulpen, T. W., & L’Hoir, M. P. (2007). Swaddling: a systematic review. Pediatrics, 120(4), e1097-e1106.
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