30 ottobre 2020
Nonostante il dilagare dell’obesità, uno dei problemi più frequenti che i genitori si trovano ad affrontare è la riluttanza dei bambini ad assaggiare nuovi cibi. Questo comportamento prende il nome di “neofobia alimentare” e si tratta di una caratteristica comune a tutti gli animali onnivori, dai ratti alle scimmie, fino agli esseri umani. La neofobia alimentare è un comportamento adattativo, ovverosia vantaggioso per la sopravvivenza, perché protegge l’individuo dal rischio di ingerire grandi quantità di un nuovo cibo, che potrebbe rivelarsi velenoso, e lo induce, quando possibile, a preferire cibi già conosciuti.
Tuttavia, la neofobia alimentare varia a seconda dell’età e del genere, oltre che in base alle caratteristiche individuali. Nel neonato la neofobia alimentare non sembra ancora presente: intorno ai 6 mesi di vita il bambino generalmente accetta i primi cibi proposti dal genitore senza mostrare particolari segnali di rifiuto. Qualche resistenza ai nuovi cibi inizia a manifestarsi tra i 18 e i 24 mesi, raggiungendo l’apice tra i 2 e i 5 anni di età, quando si stima che il 16-20% dei bambini, soprattutto maschi, manifesti questo tipo di comportamento.
Se pensiamo al nostro passato di esseri umani preistorici, probabilmente la neofobia non sarebbe stata una risposta pienamente funzionale durante la primissima infanzia, quando il bambino era ancora allattato al seno o nutrito dalla madre, mentre diventava più importante intorno ai 2 anni, quando i bambini iniziavano a esplorare l’ambiente indipendentemente e ad assaggiare i primi cibi da soli. Questo scenario è supportato anche dall’osservazione che livelli più elevati di neofobia sono associati a un minor consumo di verdura e carne, gli alimenti più potenzialmente pericolosi a causa della possibile presenza di tossine vegetali e batteri. Pertanto, sembra che le attuali preferenze alimentari dei bambini siano modellate da adattamenti evolutivi non più appropriati, almeno nella società occidentale.
Ma è possibile superare la neofobia alimentare? E come? Scoprilo nei nostri prossimi post!
Fonti Kennedy, A. E., Whiting, S.W., Dixon, M. R. (2014) Improving novel food choices in preschool children using acceptance and commitment therapy. Journal of Contextual Behavioral Science, 3, 228-235. DOI: 10.1016/j.jcbs.2014.10.002 Pliner, P., & Salvy, S.J. (2006) Food Neophobia in Humans. In R. Shepherd & M. Raats (Eds.), The Psychology of Food Choice (Frontiers in Nutritional Science, n. 3). Guilford: CABI.