20 ottobre 2020
L’obesità infantile è considerata un fenomeno multifattoriale, poiché sono diversi gli aspetti che entrano in gioco ed è difficile individuare un’unica causa che determini lo squilibrio energetico tipico di questa patologia. Tra i fattori di rischio, oltre alla predisposizione genetica, rientrano la sedentarietà e un’alimentazione scorretta. In quest’ottica, la famiglia riveste un ruolo fondamentale per lo sviluppo e l’apprendimento delle abitudini alimentari e rappresenta pertanto il contesto più importante in cui prevenire l’obesità infantile.
Una recente rassegna ha messo in luce l’importanza di stabilire, all’interno del contesto familiare, routine legate ai pasti e al sonno. I bambini con routine ben precise mostrano infatti una sana traiettoria di aumento di peso nel corso dello sviluppo. È importante non solo regolarizzare il tipo e la quantità di cibo proposto ai bambini (offrire porzioni non molto abbondanti, limitare il consumo di bevande zuccherate, consumare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno), ma anche cadenzare adeguatamente i pasti nell’arco della giornata. Allinearsi ai ritmi circadiani, per evitare alterazioni nei processi metabolici che influenzano negativamente la regolazione del peso, risulta essere una strategia particolarmente importante per la prevenzione e il trattamento dell’obesità infantile.
Un altro fattore protettivo è costituito dall’allattamento al seno nei primi due anni di vita. Numerosi studi ne hanno dimostrato gli effetti benefici, sia a livello immunologico ed endocrinologico, sia neurale e psicologico. Uno studio del 2019 ha evidenziato una maggiore prevalenza di bambini obesi tra coloro che non sono mai stati allattati al seno o per un periodo di tempo limitato. Tra le possibili cause, gli autori indicano come il latte artificiale comporti una maggiore assunzione di proteine che risulta connessa ad un precoce ed eccessivo aumento di peso, causando, pertanto, un più elevato rischio di obesità. Inoltre, il prolungato allattamento al seno ritarda l’inserimento di cibi solidi nella dieta del bambino, mentre l’inizio precoce dell’alimentazione complementare è considerato un ulteriore fattore di rischio per l’obesità infantile. Per questo motivo, l’OMS raccomanda, dove possibile, l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita e incoraggia i governi a promuovere politiche che supportino le pratiche di allattamento materno.
Per approfondire: Hart, C.N, Jelalian, E., Raynor, H.A. (2020). Behavioral and social routines and biological rhythms in prevention and treatment of pediatric obesity. American Psychologist, 75(2), 152–162.
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